OLISTICISMO
SALUTE
Il termine “Medicina Alternativa” ingloba tutte le metodiche terapeutiche non riconosciute dalla scienza medica ufficiale ed ha iniziato a diffondersi negli anni settanta. Questo fatto non è assolutamente casuale, infatti negli anni settanta, nell’ambito di una contestazione globale di tutto il sistema politico, culturale e sociale, il concetto e la ricerca di “alternativo” veniva esteso a tutti gli ambiti: all’Etica, alla politica, alla socialità, al costume, all’Arte, alla musica, e infine anche alla medicina. La medicina ufficiale, coercitiva e tossica, frutto più degli interessi economici delle multinazionali farmaceutiche che degli interessi del malato, doveva essere contestata e doveva essere sostituita da medicine “dolci” e “naturali”, comunque “alternative”.
Il termine “Medicina Olistica” ha il significato di prendere in considerazione nell’atto diagnostico, che precede l’atto terapeutico, non solo i singoli disturbi o malattie che il paziente può presentare, ma soprattutto di contemplare una visione totale del paziente stesso, come di una unica entità malata. Tale visione del paziente, assolutamente opposta e alternativa a quella della medicina ufficiale, parcellizzata in specializzazioni, disumanizzante nella sua burocrazia, efficace solo a livello sintomatico, quasi mai risolutiva, frutto del modello di società che andava completamente soppiantata, poneva l’esigenza di una diagnosi profonda della radice unica delle malattie di uno stesso paziente, di un approccio umano e empatico alla sofferenza, e nello stesso tempo di una terapia senza effetti collaterali dannosi, risolutiva, reintegrativa, che portasse cioè il paziente a una guarigione completa, liberandolo dall’esigenza di curarsi a tempo indefinito.
Il processo di integrazione è avvenuto e avviene contemporaneamente, ma non con lo stesso ritmo di progressione, su diversi livelli: scientifico, giuridico, deontologico, didattico, legislativo nazionale e regionale, clinico, farmaceutico ed economico.
Tenendo conto che in Italia ben poco viene fatto con criterio e coerenza, la integrazione sta avvenendo in maniera corrispondente, autonomamente per ogni livello e senza una concertazione coerente generale, promossa invero in alcuni settori da personaggi corretti e di buona volontà, ma frutto purtroppo, in alcuni altri settori, di improvvisazioni politiche, o di azioni sotterranee o palesi di piccole e grandi lobby, o di singole forti personalità completamente autoreferenti.
Il termine “Medicina Integrata”, che di fatto indica semplicemente modalità di inserimento di varie “medicine non convenzionali” distinte nell’ambito della medicina convenzionale, viene utilizzato da alcuni come se fosse di per sé una disciplina. Si assiste cioè alla istituzione di corsi professionali di Medicina Integrata che contengono varie discipline, invece che corsi isolati delle rispettive e distinte medicine non convenzionali. Questo errore logico e semantico, apparentemente involontario, deriva semplicemente da una operazione di marketing che va incontro alla richiesta di “medicina integrata”, indotta dalla moda attuale.